In questa pagina vogliamo indicare
alcune delle industrie che hanno fatto la storia della produzione di fibre
tessili artificiali con riferimento principalmente al nostro paese.
In Italia le principali imprese produttrici di tecnofibre
furono la Châtillon, la Polymer e la Rhodiatoce (con brevetti Rhône-Poulenc), aziende controllate prima dalla Montecatini e, dal 1966, dalla Montedison; dalla loro fusione nacque, nel 1972, la Montefibre, che divenne la principale azienda italiana del
settore. Altre importanti azienda produttrici furono la Bemberg e la Snia Viscosa.
CHATILLON
Nel 1917 fu fondata Soie de Châtillon (in italiano, "Seta di
Châtillon") con uno stabilimento nell'omonimo comune valdostano. Il
procedimento scelto fu quello della viscosa (poi rayon) che in quel momento era
il più diffuso. La società ebbe ben presto un largo sviluppo in Piemonte: a
Ivrea e a Vercelli si costruirono grandi stabilimenti che dettero occupazione a
migliaia di operai.
Dopo alcuni passaggi proprietari
nel 1942 viene ceduta ad un consorzio di industriali lanieri, diventando Chatillon - Società Anonima Italiana Fibre
Tessili Artificiali S.p.A.
Nel dopoguerra la Châtillon estese la sua attività
anche alle fibre sintetiche in particolare nylon 6 da caprolattame e poliestere,
soprattutto fiocco.
RHODIATOCE
Venne fondata nel 1928 dalla Montecatini e dalla francese Rhône-Poulenc, che deteneva i brevetti principali, con il nome
di Rhodiaseta. Nello stesso anno fu
avviata la costruzione del nuovo stabilimento
di Pallanza per la produzione e
la filatura del rayon secondo il procedimento acetato.
Nel dopoguerra la produzione principale e più
famosa sarà quella del nylon 6,6 (con il marchio commerciale Nailon Rhodiatoce),
prodotto nello stabilimento di Pallanza in esclusiva fino alla scadenza dei brevetti
Rhône-Poulenc. Solo successivamente, a Villadossola, verrà meno la produzione dell'acido acetico per far posto alla nuova produzione di acetato di vinile, che porterà allo sviluppo di collanti conosciuti
con il nome commerciale di Vinavil Rhodiatoce.
Un'altra produzione di rilievo
riguardava le fibre poliestere, commercializzate con il marchio commerciale Terital Rhodiatoce e prodotte nello stabilimento di Casoria; l'azienda per molti anni difese il Terital come marchio di qualità, mettendo anche un
tracciante per riconoscerlo dagli altri poliesteri.
Dopo l'uscita della Rhône-Poulenc dalla partecipazione paritaria, che portò anche
alla scadenza dei brevetti sul nylon, nel 1972 venne incorporata, insieme alla Polymer, come già detto, nella Châtillon.
POLYMER
La Polymer è stata una azienda italiana, specializzata nel campo della produzione del polipropilene nel polo
chimico di Terni, fondata nel 1951 dal gruppo Montecatini per la
produzione di resine a partire dall'acetilene. Successivamente la società decise di affidare al
polo di Terni il compito di sfruttare industrialmente l'invenzione del Premio Nobel
per la chimica Giulio Natta, il polipropilene isotattico, conosciuto con il nome commerciale di
Moplen.
BEMBERG
La Bemberg S.p.A. è stata una azienda tessile sorta in Germania agli inizi del novecento con il nome J. P. Bemberg AG che nel mondo, a
partire dal 1911, ha sempre avuto una posizione dominante nella
produzione delle fibre cellulosiche con il metodo del cuproammonio, detto
normalmente Rayon Cupro. La casa originale tedesca ha terminato
l'attività con questo nome nel 1971, fondendosi con un'altra azienda per formare la
Enka Glanzstoff AG.
L'insediamento produttivo in
Italia, dal 1927 era situato a Gozzano, in provincia di
Novara. Il prodotto principale è
commercializzato con il marchio Bemberg
Cupro e nasce dai linters (sottoprodotto del cotone) fatti disciogliere in ammoniaca e rame e successivamente filati.
SNIA VISCOSA
È il 1917 quando Riccardo Gualino
e Giovanni Agnelli danno vita alla Società di Navigazione Italo Americana
(SNIA), che ha come scopo principale il trasporto di combustibile dagli Stati
Uniti all’Italia. Al termine del conflitto mondiale l’attività conosce una
brusca frenata, inducendo i fondatori a orientare la società verso nuovi settori
produttivi. A partire dal 1919 la SNIA rivolge la propria attività verso il commercio
di fibre tessili e artificiali, prodotti che vanno incontro a “grande
produzione e rapido consumo”. La crescente domanda di nuove fibre sintetiche
sia sul mercato nazionale che su quello estero, spinge i vertici della società
a investire nuove risorse in tale settore. Un passaggio che raggiunge il punto
più elevato nel 1920, con l’acquisto della Società Viscosa di Pavia,
proprietaria, a Venaria Reale, del secondo stabilimento italiano di fibre
chimiche, a Cesano Maderno della Società Italiana Seta Artificiale e di
altri complessi minori dislocati in varie località dell’Italia settentrionale.
La SNIA si trasforma in SNIA-Viscosa e irrompe nel mercato della produzione di
fibre artificiali recitando un ruolo di primo piano: nel solo 1927, ad esempio,
produce “oltre 13 milioni di chilogrammi di filati artificiali”, la gran parte
dei quali trova sbocco verso mercati nazionali ed esteri. Nel 1935, a quindici
anni dalla sua fondazione, la SNIA-Viscosa è un vero e proprio colosso capace
di impiegare nei suoi dodici stabilimenti circa 20.000 operai.
SUPERTESSILE
La Supertessile, successivamente divenuta CISA Viscosa, SNIA Viscosa, poi
Nuova Rayon e negli ultimi anni BembergCell, è un ex stabilimento
tessile per la produzione
della viscosa rayon collocato a Rieti.
All'inizio degli anni venti la Società Generale Italiana della Viscosa (precedentemente denominata Cines-Seta
artificiale) si stava espandendo
nel Centro Italia e nel 1923-24 aveva impiantato uno stabilimento a Roma per la produzione della viscosa rayon.
Nacque così la Società anonima
Supertessile, i cui stabilimenti furono inaugurati il 3 ottobre 1928.
Nel maggio 1938 gli stabilimenti di Padova, Roma, Rieti e Napoli della
Società Generale Italiana della Viscosa si fondono in un'unica società, la Compagnia industriale società per azioni per
la produzione di Viscosa (CISA Viscosa).
Nel 1968 la SNIA rilevò il pacchetto azionario della CISA ed
insieme ad esso lo stabilimento di Rieti, che cambiò nome da CISA Supertessile in SNIA Viscosa.
Nel 1986 diventa Nuova Rayon Italia
SpA e poi di nuovo riacquisita dalla SNIA Viscosa.
.... un colosso americano: La DUPONT
La DuPont (E.I. du Pont de Nemours
and Company) è un'azienda chimica fondata a Wilmington (Delaware) nel 1802 da Eleuthère Irénée du Pont, allievo di Antoine
Lavoisier.
È titolare di numerosissimi marchi e brevetti di
processi chimici e materiali, tra cui: Antron, Biomax, Butacite, Corian, Crastin, Cromalin, Delrin, Freon, Hytrel, Kevlar, Lycra, M5 fiber, Mylar, Nafion (materiale utilizzato per costruire membrane nel
settore delle pile a
combustibile), Nomex, Neoprene, Nylon, SentryGlas, Solae, Sorona, Surlyn, Teflon, Tyvek, Vespel, Zodiaq e Zytel.
La prima fibra sintetica prodotta a livello industriale e destinata ad
avere un forte impatto sul mercato è la fibra poliammidica lanciata proprio
dalla ditta statunitense Du Pont con il nome commerciale di Nylon 6.6, numero
che indica rispettivamente il numero di atomi di carbonio delle due molecole
costituenti l'unità ripetitiva del polimero (produzione sperimentale nel 1938).
Più recentemente sono altre fibre sintetiche di rilevante importanza ad
essere immesse sul mercato dalla Du Pont: l'elastan (con il nome commerciale
Lycra) nel 1959 e la fibra aramidica (il cui nome commerciale è Nomex) nel
1962.
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