Ho scelto i
tessuti artificiali quale oggetto del presente blog in quanto da sempre seguo
con interesse il mondo della moda e per hobby mi piace utilizzare tessuti per
la creazione di piccoli manufatti e capi di abbigliamento artigianali. Questa è
stata, pertanto, l'occasione per approfondire alcuni aspetti relativi ai
tessuti artificiali che non conoscevo e soprattutto conoscere l'evoluzione
storica del prodotto tessuto.
Dopo aver dato la
definizione di cosa si intenda per tessuto, in particolare per tessuto
artificiale, ed aver tradotto in diverse lingue l'oggetto del blog, è stata
graficamente rappresentata una prima word cloud che contiene
tutti i termini in qualche modo collegati ai tessuti artificiali. Per l'articolo di giornale, navigando in internet, se ne trovano diversi, ma quello sui
tessuti creati riutilizzando le arance è sembrato interessante sia per
l'originalità della materia prima naturale utilizzata, sia perché la trovata è
di alcune giovani ragazze italiane.
Si è passati quindi ad analizzare quali sono gli elementi che
compongono il tessuto artificiale: la componente organica (generalmente le
fibre cellulosiche) e la componente chimica. Ma accanto ai tessuti artificiali
possiamo trovare altri tipi di tessuti (quelli naturali e quelli sintetici) che
costituiscono dei materiali sostitutivi che rispetto ai tessuti
artificiali, presentano caratteristiche diverse con conseguenti vantaggi ovvero
svantaggi a seconda dell’obiettivo che ci si pone attraverso il loro impiego.
Prendendo in considerazione le forme sostitutive del tessuto artificiale
pensiamo ai non tessuti cioè quei prodotti che non presentato il classico
incrocio di fili (trama e ordino) ma fibre disposte casualmente e tenute
insieme attraverso processi meccanici.
Ma i tessuti artificiali non vengono impiegati solo nel settore tessile-abbigliamento:
molteplici sono le funzioni sostitutive che possono avere, trovando un
significativo utilizzo nell’arredamento e nel cosiddetto “tessile tecnico”,
vale a dire nei comparti industriali quali l’automobilistico, il
medico-chirurgico o l’edilizia.
Per quanto riguarda le narrazioni
dei tessuti artificiali, cioè quali mezzi di comunicazione ci raccontano di
essi, sono stati riportati, a titolo esemplificativo, alcuni saggi e articoli
di giornale, immagini pubblicitarie e foto, cortometraggi e documentari. Dando
invece uno sguardo alla letteratura, la ricerca svolta ha focalizzato
l’attenzione su due opere del poeta futurista Marinetti, entrambe dedicate alla
propaganda dell’attività svolta da un’importante industria italiana la SNIA
Viscosa, alla quale si deve indubbiamente il merito di aver dato un notevole
impulso alla produzione di tessuti artificiali nel nostro paese. Per il post
dedicato alla musica è stato riportato il testo della canzone “Tango per
due” di Guccini, nella quale il rimando al rayon assume una valenza di metafora
identificando la stessa protagonista della ballata. Trattando di cinema,
il cortometraggio commissionato al grande regista Antonioni dalla stessa SNIA
Viscosa “Sette canne un fucile” è sembrato particolarmente pertinente sia per
il suo contenuto documentale che per la sua valenza pubblicitaria del tessuto
artificiale. Infine, per concludere la ricerca relativa a come i tessuti
artificiali sono stati trattati nel campo dell’arte, un post sui fumetti:
le famose maschere di Diabolik che replicano alla perfezione le fattezze umane
ma anche le tute in tessuti artificiali che conferiscono superpoteri e
caratterizzano l’immagine di fantastici eroi.
Tornando ad analizzare aspetti più concreti relativi ai tessuti artificiali
sono stati indicati alcuni numeri che ci permettono di individuare le
dimensioni delle fibre che compongono i tessuti con particolare riferimento
alla finezza e confrontate altre grandezze fisiche come la tenacità e la
densità. Nel post relativo alle statistiche sono stati riportati alcuni
dati relativi alla produzione dei tessuti artificiali e non dal 1900 fino ad
oggi e ricordato che dati sull’industria tessile nel nostro paese possono
essere rintracciati nei censimenti pubblicati con periodicità di rilevazione
decennale dall’ISTAT. I grafici che sono stati riprodotti, invece,
indicano l’evoluzione dell’incidenza della produzione di fibre man made
rispetto a quelle naturali e anche come è cambiata la distribuzione a livello
mondiale della relativa produzione.
Parlando delle specifiche dei tessuti artificiali la ricerca è stata
indirizzata ad individuare quali sono i parametri che definiscono le
caratteristiche di una particolare fibra che deve essere tessuta e quindi sono
stati analizzati nel dettaglio i parametri morfologici e quelli
fisico-meccanici.
Nel post sui simboli dei tessuti artificiali, oltre a riportare le
immagini di alcuni dei simboli più comuni, si è fatto riferimento alle
particolari normative che impongono l’etichettatura di composizione dei
prodotti tessili e sono stati riportati i codici meccanografici uniformi per la
Comunità Europea e le abbreviazioni in uso nel nostro paese per le fibre
chimiche.
Ma l’impiego dei tessuti artificiali può comportare anche dei rischi
dovuti principalmente all’impiego di sostanze chimiche nel loro processo di
fabbricazione: rischi per l’ambiente dovuti alla dispersione di tali sostanze e
rischi più diretti per l’uomo connessi a reazioni allergiche per contatto.
Normative nazionali ed europee sempre più stringenti e attente alla salute
hanno però fortemente limitato e spesso
vietato l’impiego di particolari sostanze chimiche di dimostrata pericolosità,
con conseguente notevole limitazione dei rischi.
La ricerca condotta sulle tecnologie impiegate per la realizzazione
dei tessuti artificiali ha analizzato in primo luogo i processi ed i macchinari
utilizzati per la creazione del filato (l’estrusione dei polimeri attraverso la
filiera, la filatura primaria dei polimeri e la filatura vera e propria con
l’impiego del filatoio); quindi sono state indicate le fasi successive della
tessitura con l’impiego del telaio.
Si è passati poi ad alcuni approfondimenti storici in quanto si è valutato
importante vedere come e in che contesto i tessuti artificiali sono stati
creati, come hanno acquistato sempre più rilevanza nel mercato dei manufatti
tessili e ad opera di chi. Perciò sono state indicate le industrie che
hanno fatto la storia della produzione di tessuti artificiali in particolare
nel nostro paese, industrie che spesso sono state frutto di riconversione alla
produzione del tessile artificiale, avendo riconosciuto le potenzialità del
nuovo prodotto, in periodi storici in cui crisi economiche, guerre e politiche
autarchiche hanno creato non poche difficoltà al sistema economico italiano.
Anche per il post sui luoghi il riferimento storico è stato evidente:
Torviscosa, una città nuova sorta in Italia negli anni Trenta del Novecento la
cui fondazione è legata alla SNIA Viscosa e Rieti con la presenza
dell’importante insediamento produttivo della Supertessile. Infine le storie ed i protagonisti
dei tessuti artificiali: le prime intuizioni sulla possibilità di riprodurre
artificialmente le fibre naturali, le prime sperimentazioni e poi il passaggio
alla produzione vera e propria su scala industriale ad opera dello
Chardonnet. Accanto ai protagonisti delle scoperte innovative relative ai
tessuti artificiali e sintetici, sono stati citati anche dei protagonisti
dell’industria italiana, imprenditori il cui nome è stato legato alla SNIA
Viscosa.
Successivamente sono stati inseriti due
post dai riferimenti sociologici: gli utilizzatori dei tessuti
artificiali, cioè a quale target di consumatori sono destinati i prodotti
tessili artificiali, e i modelli sociali dei tessuti artificiali, ovvero
come le nuove classi benestanti dell’inizio del XX secolo, cercando di emulare
le vecchie classi signorili, hanno determinato l’affermarsi dei nuovi manufatti
artificiali.
Ma quando si parla di prodotti
innovativi necessariamente devono essere citati i brevetti: la seta
artificiale Chardonnet, i vari processi di produzione delle fibre chimiche e la
fibra poliammidica di Carothers per la Du Pont. Ovviamente le aziende fanno
continua e costante attività di ricerca e pertanto il panorama dei brevetti
relativi ai tessuti artificiali è sempre in evoluzione, al fine di creare
prodotti che abbiano caratteristiche sempre più performanti e rispondenti alle
esigenze del mercato.
E per concludere il blog sono state
inserite un po' di parole: un glossario trilingue contenente una
raccolta di vocaboli relativi ai tessuti artificiali con una breve spiegazione,
le metafore più conosciute che hanno per oggetto filati e tessuti ma
anche metafore nuove ricavate dal linguaggio comune tra i giovani al passo con
i tempi ed infine un abbecedario illustrato di aggettivi che qualificano
i tessuti artificiali e ne evidenziano i punti di forza.