Il progresso scientifico e
tecnologico, la crescente domanda di prodotti tessili, il desiderio di produrre
fibre senza dover dipendere da fattori legati al clima e all'ambiente, hanno
portato l'uomo alla scoperta delle fibre chimiche artificiali, prima, ed in
seguito di quelle sintetiche.
Inizialmente le fibre
tessili artificiali si imposero sui mercati allo scopo di sostituire i filati
naturali, ma, con il tempo, hanno acquistato un'autonoma funzionalità.
A
quale target di consumatori sono state destinate?
Il settore delle fibre tessili
artificiali fu, fin dalle sue origini, strettamente legato ai dettami imposti
ai consumatori dalla moda. Se ci concentriamo sul caso italiano, le maggiori
aziende operanti nel settore delle fibre tessili artificiali fecero ricorso a
studiati messaggi pubblicitari, al fine di attrarre i potenziali acquirenti.
Per reclamizzare i filati
artificiali spesso si fece ricorso alla stampa e non mancarono le pubblicità
d'autore, come ci testimoniano i raffinati posters disegnati da Dudovich per l'Italrayon.
Inizialmente, vennero scelte delle
campagne pubblicitarie molto sofisticate, capaci di rievocare alla mente l'idea
di una moda raffinata ed élitaria: bellissime modelle e famose
attrici dalla mise elegante vennero chiamate a reclamizzare le calze Bemberg o
il raion della SNIA.
Con la seconda metà degli anni
Trenta, si assistette ad un radicale cambiamento del messaggio pubblicitario,
che divenne più incisivo, accompagnato spesso dalla rappresentazione di operaie
combattive, del tricolore e da slogans inneggianti la nazione e l'indipendenza
economica. Ma tale mutamento non fu soltanto la conseguenza di precise finalità
politiche. Le pubblicità iniziarono a proporre, accanto allo stereotipo della
donna aristocratica dalla bellezza eterea, modelli femminili nuovi:
indossavano abiti e calze di rayon donne "comuni", "della porta
accanto", esponenti della piccola e media borghesia italiana, in cui
molte potenziali consumatrici volevano riconoscersi. Evidentemente il
target di riferimento per il settore si era ampliato notevolmente,
segmentandosi.
E' possibile che la domanda di
seta artificiale fosse stata, almeno inizialmente, espressione dei bisogni
della classe dei nuovi arricchiti, ma con il tempo, anche i ceti meno
abbienti poterono acquistare articoli di rayon, grazie alla netta diminuzione
dei loro prezzi; le fibre tessili artificiali ed i tessuti con esse prodotti divennero
veri e propri beni di consumo di massa.
Il
rayon operò una vera e propria rivoluzione nella moda femminile negli articoli
di calzetteria. All'inizio del secolo le donne indossavano calze piuttosto
spesse di lino, cotone o lana; erano pochissime quelle che potevano permettersi
calze di seta naturale, vendute a prezzi proibitivi. Le calze di seta
artificiale, più fini e brillanti, dal costo maggiormente accessibile,
riscossero uno strepitoso successo, nonostante la minor resistenza rispetto a
quelle di seta naturale e la grande facilità con cui si smagliavano.
Anche
nella produzione di fodere il raion fu chiamato presto a sostituire il cotone e
la più costosa seta naturale, da solo, oppure mescolato al cotone, alla seta, o
alla lana.
A
poco a poco la seta artificiale riuscì anche a vincere la totale avversione
delle fabbriche specializzate nella produzione di seta naturale: il raion venne
introdotto nella produzione di tessuti per cravatte, di velluti, di satins, di
taffetas e di diversi generi di crêpes. Notevole fu anche il suo impiego per
ottenere broccati per mobili e tappezzerie e per la realizzazione di ombrelli.
Nel tempo i tessuti realizzati con
fibre man made hanno avuto un'ampia diffisione e, come abbiamo già avuto modo
di dire, non solo nel settore dell'abbigliamento, ampliando e diversificando la
platea dei potenziali consumatori, creando mercati di nicchia ed altamente
tecnologici.
L'innovazione per eccellenza degli
anni Ottanta sono state le microfibre, nate in seguito ad un affinamento dei
titoli, con l'utilizzo delle quali si crearono nuovi tipi di tessuto destinati
all'abbigliamento sportivo, viste le loro proprietà estremamente adatte a
questo campo come l'impermeabilità, la traspirabilità e la confortevolezza.
Tra la metà degli anni Ottanta e
gli inizi degli anni Novanta hanno conosciuto un rapido sviluppo le fibre
elastiche, adeguate ad ogni tipo di abbigliamento grazie alla loro comodità e
aderenza al corpo, ed il pile, molto resistente e a elevata coibenza termica,
che ha rappresentato una svolta soprattutto in campo sportivo e del tempo
libero.
Negli ultimi anni Novanta infine
vennero sviluppate e prodotte una serie di fibre frutto dell'adeguamento delle
proprietà della fibra stessa alle caratteristiche del corpo umano, tra queste
ricordiamo le fibre antibatteriche, anti UV, antistress, anticaldo e
antifreddo.
La forte propensione delle fibre
man-made a essere progettate secondo le nostre esigenze costituisce il
presupposto fondamentale dell'innovazione e della ricerca ancora oggi, e ci
permetterà di migliorare la qualità della nostra vita quotidiana.
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