giovedì 11 gennaio 2018

SINTESI FINALE

Ho scelto i tessuti artificiali quale oggetto del presente blog in quanto da sempre seguo con interesse il mondo della moda e per hobby mi piace utilizzare tessuti per la creazione di piccoli manufatti e capi di abbigliamento artigianali. Questa è stata, pertanto, l'occasione per approfondire alcuni aspetti relativi ai tessuti artificiali che non conoscevo e soprattutto conoscere l'evoluzione storica del prodotto tessuto.

Dopo aver dato la definizione di cosa si intenda per tessuto, in particolare per tessuto artificiale, ed aver tradotto in diverse lingue l'oggetto del blog, è stata graficamente rappresentata una prima word cloud che contiene tutti i termini in qualche modo collegati ai tessuti artificiali. Per l'articolo di giornale, navigando in internet, se ne trovano diversi, ma quello sui tessuti creati riutilizzando le arance è sembrato interessante sia per l'originalità della materia prima naturale utilizzata, sia perché la trovata è di alcune giovani ragazze italiane.
Si è passati quindi ad analizzare quali sono gli elementi che compongono il tessuto artificiale: la componente organica (generalmente le fibre cellulosiche) e la componente chimica. Ma accanto ai tessuti artificiali possiamo trovare altri tipi di tessuti (quelli naturali e quelli sintetici) che costituiscono dei materiali sostitutivi che rispetto ai tessuti artificiali, presentano caratteristiche diverse con conseguenti vantaggi ovvero svantaggi a seconda dell’obiettivo che ci si pone attraverso il loro impiego. Prendendo in considerazione le forme sostitutive del tessuto artificiale pensiamo ai non tessuti cioè quei prodotti che non presentato il classico incrocio di fili (trama e ordino) ma fibre disposte casualmente e tenute insieme attraverso processi meccanici.
Ma i tessuti artificiali non vengono impiegati solo nel settore tessile-abbigliamento: molteplici sono le funzioni sostitutive che possono avere, trovando un significativo utilizzo nell’arredamento e nel cosiddetto “tessile tecnico”, vale a dire nei comparti industriali quali l’automobilistico, il medico-chirurgico o l’edilizia.
Per quanto riguarda le narrazioni dei tessuti artificiali, cioè quali mezzi di comunicazione ci raccontano di essi, sono stati riportati, a titolo esemplificativo, alcuni saggi e articoli di giornale, immagini pubblicitarie e foto, cortometraggi e documentari. Dando invece uno sguardo alla letteratura, la ricerca svolta ha focalizzato l’attenzione su due opere del poeta futurista Marinetti, entrambe dedicate alla propaganda dell’attività svolta da un’importante industria italiana la SNIA Viscosa, alla quale si deve indubbiamente il merito di aver dato un notevole impulso alla produzione di tessuti artificiali nel nostro paese. Per il post dedicato alla musica è stato riportato il testo della canzone “Tango per due” di Guccini, nella quale il rimando al rayon assume una valenza di metafora identificando la stessa protagonista della ballata. Trattando di cinema, il cortometraggio commissionato al grande regista Antonioni dalla stessa SNIA Viscosa “Sette canne un fucile” è sembrato particolarmente pertinente sia per il suo contenuto documentale che per la sua valenza pubblicitaria del tessuto artificiale. Infine, per concludere la ricerca relativa a come i tessuti artificiali sono stati trattati nel campo dell’arte, un post sui fumetti: le famose maschere di Diabolik che replicano alla perfezione le fattezze umane ma anche le tute in tessuti artificiali che conferiscono superpoteri e caratterizzano l’immagine di fantastici eroi.
Tornando ad analizzare aspetti più concreti relativi ai tessuti artificiali sono stati indicati alcuni numeri che ci permettono di individuare le dimensioni delle fibre che compongono i tessuti con particolare riferimento alla finezza e confrontate altre grandezze fisiche come la tenacità e la densità. Nel post relativo alle statistiche sono stati riportati alcuni dati relativi alla produzione dei tessuti artificiali e non dal 1900 fino ad oggi e ricordato che dati sull’industria tessile nel nostro paese possono essere rintracciati nei censimenti pubblicati con periodicità di rilevazione decennale dall’ISTAT. I grafici che sono stati riprodotti, invece, indicano l’evoluzione dell’incidenza della produzione di fibre man made rispetto a quelle naturali e anche come è cambiata la distribuzione a livello mondiale della relativa produzione. 
Parlando delle specifiche dei tessuti artificiali la ricerca è stata indirizzata ad individuare quali sono i parametri che definiscono le caratteristiche di una particolare fibra che deve essere tessuta e quindi sono stati analizzati nel dettaglio i parametri morfologici e quelli fisico-meccanici.
Nel post sui simboli dei tessuti artificiali, oltre a riportare le immagini di alcuni dei simboli più comuni, si è fatto riferimento alle particolari normative che impongono l’etichettatura di composizione dei prodotti tessili e sono stati riportati i codici meccanografici uniformi per la Comunità Europea e le abbreviazioni in uso nel nostro paese per le fibre chimiche.
Ma l’impiego dei tessuti artificiali può comportare anche dei rischi dovuti principalmente all’impiego di sostanze chimiche nel loro processo di fabbricazione: rischi per l’ambiente dovuti alla dispersione di tali sostanze e rischi più diretti per l’uomo connessi a reazioni allergiche per contatto. Normative nazionali ed europee sempre più stringenti e attente alla salute hanno però  fortemente limitato e spesso vietato l’impiego di particolari sostanze chimiche di dimostrata pericolosità, con conseguente notevole limitazione dei rischi.
La ricerca condotta sulle tecnologie impiegate per la realizzazione dei tessuti artificiali ha analizzato in primo luogo i processi ed i macchinari utilizzati per la creazione del filato (l’estrusione dei polimeri attraverso la filiera, la filatura primaria dei polimeri e la filatura vera e propria con l’impiego del filatoio); quindi sono state indicate le fasi successive della tessitura con l’impiego del telaio.
Si è passati poi ad alcuni approfondimenti storici in quanto si è valutato importante vedere come e in che contesto i tessuti artificiali sono stati creati, come hanno acquistato sempre più rilevanza nel mercato dei manufatti tessili e ad opera di chi. Perciò sono state indicate le industrie che hanno fatto la storia della produzione di tessuti artificiali in particolare nel nostro paese, industrie che spesso sono state frutto di riconversione alla produzione del tessile artificiale, avendo riconosciuto le potenzialità del nuovo prodotto, in periodi storici in cui crisi economiche, guerre e politiche autarchiche hanno creato non poche difficoltà al sistema economico italiano. Anche per il post sui luoghi il riferimento storico è stato evidente: Torviscosa, una città nuova sorta in Italia negli anni Trenta del Novecento la cui fondazione è legata alla SNIA Viscosa e Rieti con la presenza dell’importante insediamento produttivo della Supertessile.  Infine le storie ed i protagonisti dei tessuti artificiali: le prime intuizioni sulla possibilità di riprodurre artificialmente le fibre naturali, le prime sperimentazioni e poi il passaggio alla produzione vera e propria su scala industriale ad opera dello Chardonnet. Accanto ai protagonisti delle scoperte innovative relative ai tessuti artificiali e sintetici, sono stati citati anche dei protagonisti dell’industria italiana, imprenditori il cui nome è stato legato alla SNIA Viscosa.
Successivamente sono stati inseriti due post dai riferimenti sociologici: gli utilizzatori dei tessuti artificiali, cioè a quale target di consumatori sono destinati i prodotti tessili artificiali, e i modelli sociali dei tessuti artificiali, ovvero come le nuove classi benestanti dell’inizio del XX secolo, cercando di emulare le vecchie classi signorili, hanno determinato l’affermarsi dei nuovi manufatti artificiali.
Ma quando si parla di prodotti innovativi necessariamente devono essere citati i brevetti: la seta artificiale Chardonnet, i vari processi di produzione delle fibre chimiche e la fibra poliammidica di Carothers per la Du Pont. Ovviamente le aziende fanno continua e costante attività di ricerca e pertanto il panorama dei brevetti relativi ai tessuti artificiali è sempre in evoluzione, al fine di creare prodotti che abbiano caratteristiche sempre più performanti e rispondenti alle esigenze del mercato.
E per concludere il blog sono state inserite un po' di parole: un glossario trilingue contenente una raccolta di vocaboli relativi ai tessuti artificiali con una breve spiegazione, le metafore più conosciute che hanno per oggetto filati e tessuti ma anche metafore nuove ricavate dal linguaggio comune tra i giovani al passo con i tempi ed infine un abbecedario illustrato di aggettivi che qualificano i tessuti artificiali e ne evidenziano i punti di forza.

Dalle ricerche e gli approfondimenti svolti sui tessuti artificiali è emerso che questi prodotti, frutto delle intuizioni e delle abilità dell’uomo, hanno avuto un enorme importanza sempre crescente nel corso dell’ultimo secolo. Grazie alla loro versatilità, alle elevate caratteristiche tecniche ed alla riduzione dei costi di produzione, i tessuti man made si sono progressivamente affermati nel settore del tessile-abbigliamento ed hanno trovato vasta applicazione anche nel settore del cosiddetto tessile – tenico o industriale. La forte propensione delle fibre man-made a essere progettate secondo le nostre esigenze costituisce il presupposto fondamentale dell’innovazione e della ricerca ancora oggi, e ci permetteranno di migliorare la qualità della nostra vita quotidiana. La ricerca e lo sviluppo tecnologico stanno alla base di qualsiasi progetto innovativo, e le fibre chimiche grazie alla loro vastissima progettabilità dimostrano di essere fonte di innovazione non solo per migliorare i prodotti di uso quotidiano ma per creare prodotti all’avanguardia in ogni settore.

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