mercoledì 22 novembre 2017

I TESSUTI ARTIFICIALI NELLA MUSICA

Pensando ad una canzone che rimandasse al tessuto artificiale, avevo in mente l’immagine di un abito femminile. E allora, frugando nella memoria, mi sono ricordata di lei … 

lei quiete, chitarra, vela, segreti, donna, calore, viole;
lei ràyon, lei signorina, la permanente coi ricci.

Lei è la protagonista di “Tango per due”, una canzone di Francesco Guccini contenuta nell’album “Quello che non...” pubblicato nel 1990.
L’autore ci racconta di una coppia che si ritrova una sera a cena e a ballare e ci ricorda una vita vissuta accanto  “coppia legata dai giorni, partenze e ritorni, fortezza e catena”.



E immagino la scena: anni sessanta, una balera di periferia, lei e il suo uomo che si dirigono in pista per un tango, lei che indossa un leggero vestito di tessuto rayon a fantasia, un abito da festa per una serata spensierata, ma non di seta, troppo costoso, di un tessuto artificiale più economico ma sicuramente di effetto.

Testo
Coppia che sta silenziosa, un po' rigida e in posa, a ballare, una sera:
la vita è solo una cosa rimasta indietro: non c'è più ma c'era;
composta e indomenicata, eleganza sfuocata raggiunta a fatica;
l'oggi ha cambiato facciata, ma di quell'ieri passato io so
che tante ne potreste raccontare, e il ricordo stempera e non guasta,
quante cose e facce da narrare che come si dice un romanzo non basta,
nate con un rapido:
"a domani", continuate in giorni di "sì" e "no",
lampi sotto cieli suburbani e raffica il tango che vi presentò.

Lui biella, stantuffo, leva, muscoli, grinta, officina, sole, lei...
lei quiete, chitarra, vela, segreti, donna, calore, viole;
lui bar, alcool, nicotina, capelli indietro, cravatta, bici, lei...
lei ràion, lei signorina, la permanente coi ricci.
Coppia di fronte a bianchino, anonimo vino frizzante anidride:
la vita: che buffa cosa, ma se lo dici nessuno ride.
Coppia legata dai giorni, partenze e ritorni, fortezza e catena,
datemi i vostri ricordi, ditemi che ne valeva la pena.
Ora le luci son spente, sta uscendo la gente, saluti e rumore,
ditemi che avete in mente, come una volta, di fare l'amore,
quello che è stato un segreto di un prato o di un greto, del buio di un viale,
quel gioco ardente e discreto, d'allora sempre diverso ed uguale...

Chi lo sa se ciò che è da cercare, ciò che non sai mai se vuoi o non vuoi,
sia così banale da trovare, sia lungo ogni strada, sia a fianco di noi,
perso in tante scatole di odori, angoli e tendine che non so,
impronte di paesaggi e di colori, manciata di un tango che vi accompagnò.
Lui biella, stantuffo, leva, muscoli, grinta, officina, sole, lei...
lei quiete, chitarra, vela, segreti, donna, calore, viole;
lui bar, alcool, nicotina, capelli indietro, cravatta, bici, lei...
lei ràion, lei signorina, lei... lei...


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